La parola Benedire fa pensare subito all’ambito spirituale religioso.
È pur vero che la nostra personalità ha anche una componente spirituale.
La chiamiamo in modo diverso a nostra fede o filosofia di riferimento, ma siamo concordi nel riconoscere che siamo fatti di corpo, materia, e anche di emozioni, valori, trascendenza.
Non c’è quindi bisogno di essere credenti per cogliere l’importanza di questa parola.
Ai tempi dei nostri genitori e nonni, la benedizione la concedeva il padre, il grande assente – purtroppo – della nostra epoca.
Ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo benedire.
Benedire significa “dire bene”, usare la nostra voce, il dono della parola per dire ciò che è buono.
Per essere capaci di dire bene, dobbiamo anche allenare i nostri occhi giorno dopo giorno a vedere bene.
Piano piano impareremo a vedere il buono… anche quando tutto sembra andare male.
Occorre disciplina e pazienza.
È un percorso lungo, non è un’arte che si impara da un giorno all’altro.
Ma è un paracadute eccezionale, è un tappeto elastico che attutisce la caduta e – a volte – salva la vita.