Basterebbe una carezza

Questa immagine mi ha profondamente commosso.

Sarà che sono sensibile in questi giorni, sarà che mi sto domandando se ci sia qualcosa che nel mio piccolo posso fare per alleviare le ferite di un’umanità allo sbando.

Come si fa a rimanere insensibili di fronte alla sofferenza di un nostro fratello o sorella?

Sì, possiamo pensare che l’accoglienza incondizionata non sia la soluzione magica del fenomeno migratorio, possiamo pensare che è necessario trovare soluzioni alternative.

Ma come si fa a dimenticare che questi sono comunque esseri umani con un passato doloroso, come il nostro o forse ancora di più?

Quanto pelo sulla stomaco bisogna avere per sparare un idrante in pieno viso a una donna, senza sentirsi morire per aver ferito e umiliato un altro essere umano?

Come si può essere così incattiviti da dimenticare che siamo tutti fratelli, tutti in cammino su questa terra, tutti in cerca di felicità, tutti bisognosi di una carezza e di un abbraccio?

Certo, le soluzioni politiche vanno trovate, i problemi sociali vanno affrontati con serietà e ragionevolezza, non con il buonismo.

Ma davvero ragione e anima non si possono conciliare?

Davvero non possiamo usare la testa e nel frattempo amare chi ci sta di fronte?

Grazie sconosciuto poliziotto.

Grazie perché con questo gesto mi fai scendere una lacrima di commozione e mi riaccendi la speranza in un’umanità che si ricorda di avere un cuore al centro del petto.

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